All’interno della rassegna il 1 Febbraio 2014 verrà presentato il documentario di Contro Attacco Teatro. Regia Daniele Giuliani
Per molti anni, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, il concetto di genocidio ha coinciso sostanzialmente con la Shoah.
Questo è accaduto per vari motivi. Due meritano comunque di essere evidenziati. Il primo consiste nell’aver proposto la Shoah come una tragedia unica e irripetibile, tanto che qualsiasi paragone con eventi analoghi somigliava a una bestemmia. Il secondo è un dato temporale: il
concetto di genocidio fu elaborato da Raphael Lemkin durante il secondo conflitto mondiale. Era quindi inevitabile che venisse applicato alla tragedia in atto.
Poi, piano piano, il muro di silenzio dietro al quale si nascondevano tragedie analoghe ha cominciato a sgretolarsi. Si è cominciato a parlare del genocidio degli Armeni. Nello stesso tempo l’attualità ci ha dimostrato che certi orrori non erano soltanto un ricordo del passato, ma che potevano rivivere nell’attualità. Dalla Cambogia al Ruanda, dalla Bosnia al Darfur, l’ultimo quarto del secolo scorso e l’inizio di questo sono stati segnati da tragedie spaventose che i media hanno documentato in tempo reale.
Davanti a questo il genocidio è stato inquadrato in una prospettiva nuova. Inserire la tragedia ebraica in un contesto più ampio, accanto ad altri genocidi più o meno recenti, non significa diminuirne il rilievo storico. Al contrario, significa toglierla da una terra di nessuno dove resterebbe un fenomeno incomprensibile. La nostra sofferenza ha un senso soltanto se viene avvicinata a quella degli altri. Diversamente si trasforma, piano piano ma inevitabilmente, in una manifestazione di egoismo.
Partendo da queste considerazioni abbiamo deciso di organizzare una rassegna cinematografica dedicata ai genocidi e alle persecuzioni. Non soltanto quelli legati alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche quelli precedenti (la tragedia armena e lo sterminio degli Indiani nordamericani) e successivi (la persecuzione dei Rom nell’Europa centrale odierna).
Nei prossimi anni ci occuperemo anche di altri popoli, perché la memoria è un diritto di tutti e non un privilegio di pochi.
Nei prossimi anni ci occuperemo anche di altri popoli, perché la memoria è un diritto di tutti e non un privilegio di pochi.
Programma completo della rassegna